Cenni Storici
Robin McKenzie è il fisioterapista neozelandese che nel 1954 ha messo a punto un metodo rivoluzionario, molto in voga anche in Italia, per diagnosticare e curare i disturbi legati alla colonna vertebrale.
Come tante invenzioni anche questa è nata per caso. Quando nello studio di Mckenzie si presentò un paziente con dolori che partivano dalla zona lombare per arrivare alla parte posteriore della coscia, e che le terapie tradizionali non avevano alleviato neanche un po’, Robin lo invitò a spogliarsi e a sdraiarsi a pancia in giù sul lettino mentre finiva di sbrigare una pratica.
Si era dimenticato, però, di risistemare lo schienale e il paziente fu costretto a distendersi con la schiena sensibilmente inarcata all’indietro, posizione proibita per chi soffre di lombalgia. Eppure Smith, così si chiamava l’uomo venuto a farsi visitare, disse che da quando si era sdraiato il dolore era completamente scomparso.
Studio sulla BIOMECCANICA del CORPO
Cominciò così il rivoluzionario studio di McKenzie sulle flessioni calibrate della colonna, prima come antidolorifico e poi come vero e proprio indicatore per la diagnosi. Nel giro di pochi anni fondò una scuola, il McKenzie Institut, che fino a oggi ha formato migliaia di medici e fisioterapisti (le uniche categorie ammesse al corso) in tutto il mondo.
L’aspetto più geniale del metodo McKenzie è quello di aver ribaltato i canoni della fisioterapia classica, che considerava un tabù la flessione della schiena nella parte dolorante, e di aver ideato un procedimento di diagnosi chiaro ed efficace.
CAPIRE LA FONTE DEL DOLORE
Il primo passo consiste nel capire qual è la fonte del dolore.
Se la causa originaria del dolore è meccanica, ovvero qualche punto della colonna è fuori posto, si passa alla fase due. Facendo eseguire una serie di piccoli movimenti al paziente e registrandone le reazioni (sollievo, fastidio, male acuto) si prosegue per successivi aggiustamenti in modo da individuare il punto esatto in cui si origina il dolore e comprendere il perché.
SINDROME DA DISFUNZIONE
La causa più frequente è denominata derangement ed è correlata a uno spostamento anomalo del nucleo vertebrale, una sorta di gel che regola l’ammortizzazione dei dischi durante i movimenti. Nei casi estremi può anche fuoriuscire dal disco originando un’ernia.
La seconda causa è detta sindrome da disfunzione (tipica nella fase post trauma o in età avanzata) e dipende dal mancato utilizzo prolungato nel tempo di certi movimenti. Il corpo li dimentica e si adatta assumendo nuovi equilibri: deformando l’assetto vertebrale.
Infine il dolore può originarsi anche in una colonna sana, ma mal utilizzata. I difetti posturali concorrono anche a peggiorare i sintomi dovuti alle precedenti situazioni.
PRESCRIZIONE DEGLI ESERCIZI
Chiarito il quadro delle cause il fisioterapista McKenzie costruisce insieme al pazinte una scaletta di semplici esercizi, da effettuare autonomamente per un periodo stabilito. Glieli illustra, spiegando esattamente a cosa serve ciascuno e perché va fatto in quella tal maniera, mostrando anche disegni e miniature di colonne vertebrali basculanti.
L’invito all’ascolto del dolore e delle tensioni muscolari che cambiano, per la costruzione di un piano di esercizi, danno al paziente un ruolo attivo. Per questo il metodo McKenzie si può considerare una vera e propria terapia interattiva.
CURA MIRATA
A sintomo uguale ciascuno risponde a modo suo. Individuare subito una cura mirata accorcia i tempi di guarigione, anzi di autoguarigione. L’idea di curarsi da soli avendo imparato come si è fatti dentro e cosa c’è da “riparare” è un grosso incentivo psicologico.
Non per niente lo slogan del McKenzie Method è il detto di Confucio che recita così:
“Dimmelo. Me lo dimenticherò. Mostramelo. Probabilmente me ne ricorderò. Ma coinvolgimi e lo comprenderò”.